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goganga (como02)
Seconda foto di Como. Che poi è la prima, dato che l'altra l'avevo fatta a Saronno.
Como è stata per molti anni, in gioventù, la meta della pasquetta; io, madre, zie e cugini si partiva dopo pranzo alla volta di Saronno per prendere il treno. Poi, una volta arrivati, il pomeriggio seguiva sempre più o meno lo stesso copione: passeggiata sul lungolago (si arrivava al massimo fino allo stadio, con noi bambini che non ne potevamo più di camminare; quando l'ho rifatta in occasione di questa gita ho scoperto che in realtà è una camminata brevissima...); salita in quel di Brunate con la celeberrima funicolare; permanenza in quel di Brunate per rendersi conto che in questo ridente paesello non c'è niente, ma niente (e per un bambino, finire in un posto dove non c'è nulla è evidentemente la peggior cosa); coda spaventosa alla funicolare per tentare di scendere di nuovo a Como (a salire a Brunate non c'era mai coda, poi siccome tutti si rendevano conto della cazzata, si precipitavano verso il ritorno a livello lago congestionando il tutto); cazzeggio in centro con giro merenda (a Como entrai per la prima volta in un McDonald dove comprai un Happy Meal solo per il giochino e per scoprire che a me, i panini di McDonald, fanno cagare. Tutti); si tirava avanti fino alla cena sempre nella solita pizzeria (sempre quella, tra la stazione e la funicolare perché c'era questo mito che lì “la pizza è buona”. Anche se io personalmente trovo che qui al nord le pizze siano un po' tutte uguali); dopo cena, verso le otto di sera si riprendeva poi il treno del ritorno a casa.
Questa era la “mia” Como, quella che avevo un po' nell'immaginario. Poi è arrivata questa gita che ha spazzato via un po' tutto.
Come cambiano le distanze, come cambiano i posti, come cambia il modo in cui si vedono le cose intanto che il tempo passa. Com'è cambiata la mia percezione di Como, come sono cambiato io...
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